“Un migliaio di parole non lasciano un’impressione tanto profonda quanto una sola azione” diceva il grande scrittore e poeta Henrik Ibsen.
Nella nostra vita pronunciamo circa ventimila parole al giorno, e non ci domandiamo mai se queste siano veramente indispensabili. Per la nostra cultura le parole sono alla base della comunicazione. Eppure, non ci rendiamo conto che la maggior parte delle nostre conversazioni vengono perse, rimangono nei nostri ricordi per anni, per poi svanire nel nulla e scomparire con noi. Allo stesso modo le immagini si imprimono nella nostra mente, fino a diventare qualcosa di vago e lontano al punto da sparire. Perché non c’è nulla di più labile ed etereo della nostra mente.
Proprio per questo motivo sono nate le arti letterarie e figurative: poesia, pittura e di conseguenza la fotografia. Tutto ciò per rendere i nostri ricordi qualcosa di incancellabile e con loro rendere noi immortali.
Perché accontentarsi delle parole per raccontare la storia del nostro passato? Perché basarsi su qualcosa di così labile e corruttibile quando grazie alla fotografia siamo in grado di fissare le immagini della nostra vita?
Loro sono Andrea e Margareta. Per chiunque li conosca sa che non servono parole per descrivere il loro amore. Basta guardarli. Leggere i loro occhi, i loro sguardi. Il giorno del loro matrimonio, sono stato felicissimo di accompagnarli per questa importante tappa che non dimenticheranno mai. Come io non dimenticherò mai le sensazione che mi hanno trasmesso attraverso il loro essere così solari e unici. Non servivano parole per il loro grande giorno, solo piccoli gesti. Quei piccoli gesti e sorrisi che sono stato lieto di immortalare attraverso le mie fotografie.
E come scrive Isabel Allende: “Una bella fotografia racconta una storia, rivela un luogo, un evento, uno stato d’animo, è più potente di pagine e pagine scritte.”